Situato in via della Quarquonia, a due passi da Piazza San Francesco, il Museo Nazionale di Villa Guinigi, che nel 2018 ha festeggiato il cinquantenario dalla sua inaugurazione, si trova in uno dei più antichi edifici cittadini, costruito per volere del signore di Lucca Paolo Guinigi agli inizi del 1400, appena fuori dalla cerchia di mura duecentesche. Le opere contenute al suo interno rappresentano con cura aspetti di vita e storia lucchese, vari tasselli per ricostruire la cultura figurativa della città, dalle origini fino al XVIII secolo.
L’edificio
La villa, concepita quale residenza estiva, fu l’impresa architettonica di maggior significato sotto la guida di Paolo Guinigi, signore di Lucca dal 1400 al 1430. I lavori partirono nel 1413, per opera di maestranze provenienti dall’Italia settentrionale, in una zona allora poco edificata dei borghi di Levante, presso la chiesa di San Francesco. Il «nobile palagio con un bellissimo giardino», come lo definì Giovanni Sercambi all’epoca, era circondato da un ampio parco, che allietava la residenza estiva del Guinigi e che era destinato perlopiù allo svolgimento delle cerimonie di rappresentanza tipiche d’una corte, quali banchetti, giostre e ricevimenti.
Sempre dai resoconti del Sercambi sappiamo che il palazzo fu completato prima della caduta di Paolo, ma non risulta che gli arredi interni siano stati mai integralmente allestiti.
Villa Guinigi, ad ogni modo, è un raro esempio di costruzione profana del primo Quattrocento nonché una delle più precoci e complete testimonianze rimaste di una tipologia architettonica che avrà la sua piena fioritura in epoca rinascimentale. A Lucca, in realtà, esisteva già dal secolo precedente una tradizione di edifici extraurbani di svago, ma il Guinigi volle chiaramente che la propria villa aggiornasse e superasse, non solo per dimensioni, i preesistenti esempi locali, adottando caratteri che la avvicinano piuttosto al modello delle ville venete trecentesche a portico e loggia.
L’edificio si caratterizza per un corpo longitudinale in laterizio, su cui si staglia al piano nobile una teoria di trifore con colonnette marmoree, espressione tipica dello stile tardo-gotico lucchese, mentre al pianterreno di entrambi i prospetti maggiori troviamo una loggia su pilastri.
L’effetto di magnificenza del nuovo edificio era accresciuto dal fatto che al palazzo si accedeva attraversando un portale ad arco nel muro di cinta, ancora oggi esistente, posto in prossimità di un lato corto, in modo da impedire un’immediata visione d’insieme e frontale. Dopo la caduta di Paolo Guinigi, l’edificio subì gravi danneggiamenti e cambi di destinazione finché, nel 1924, venne destinato ad accogliere le varie collezioni cittadine come Museo civico. Nel 1948 fu ceduto allo Stato che provvide al restauro dell’edificio e al nuovo ordinamento delle opere, inaugurandolo come Museo nazionale nel 1968.
La Collezione
Villa Guinigi può essere considerata un vero e proprio Museo della Città e del Territorio, grazie alla ricca collezione contenuta al suo interno di opere realizzate a Lucca da artisti locali e forestieri impegnati per la committenza laica ed ecclesiastica.
Le opere ospitate spaziano dai ritrovamenti etruschi dell’VIII secolo a.C. alle grandi tele del secolo XVIII, attraversando 2.300 anni di storia locale. Il percorso museale segue un ordine cronologico e si articola in cinque sezioni:
Le antiche civiltà
Il viaggio comincia nell’ala ovest del piano terra, con la presentazione di reperti archeologici e manufatti etruschi risalenti all’VIII secolo a.C. proseguendo poi al periodo della dominazione ligure con frammenti di elmi, fibule e borchie di cintura in bronzo e quattro tombe a cassetta, provenienti da Marlia, dotate di pregevole corredo. Nelle altre sale sono presenti oggetti in ceramica e frammenti architettonici, provenienti da luoghi pubblici, abitazioni private e necropoli di età romana di Lucca e del suo territorio, dove troviamo esposti due frammenti di pavimenti in coccio pesto e in mosaico, una base di ara marmorea con bucrani e festoni e un’urna marmorea di età augustea.

Dall’Alto Medioevo al Romanico
Il percorso prosegue poi al primo piano, dove sono presenti vari reperti dell’alto Medioevo, tra cui alcuni frammenti di affreschi provenienti della chiesa dei Santi Giovanni e Reparata, ricchi corredi funebri e i numerosi resti di recinti presbiterali, che testimoniano l’importanza della produzione locale durante il dominio longobardo.
In questa sezione troviamo anche alcune sculture provenienti dalla fabbrica della Cattedrale, fra questi il busto di San Martino del XII secolo, e alcune opere dello scultore Biduino tra cui la Madonna in trono col Bambino e un capitello con protomi leonine. L’incontro tra la cultura lombarda e quella lucchese caratterizza poi il secolo XIII, periodo a cui risalgono le colonne provenienti dalla facciata della chiesa di San Michele in Foro e dal chiostro di San Giorgio. La sezione termina con la splendida Croce lignea firmata da Berlinghiero.

Dal Gotico al Rinascimento
Nel grande salone centrale, allestito a richiamare la navata di chiesa, sono ospitati affreschi staccati, ricche tavole a fondo oro e sculture di autori locali o forestieri attivi in città.
Di importante pregio troviamo le raffinate figure scolpite da Giroldo da Como per San Frediano, il Crocifisso di Berlinghero Berlinghieri, una delle opere di maggiore valore presenti in collezione grazie al suo straordinario stato di conservazione che ne esalta la squillante cromia originale (questa e le altre cinque Croci lignee presenti in collezione, mostrano gradualmente il passaggio dall’iconografia del Christus triumphans a quella del Christus Patiens), e i preziosi trittici di Spinello Aretino e Angelo Puccinelli. A chiudere questa “chiesa” immaginaria, come fosse un altare maggiore, a fare da fondale troviamo la grande “macchina” ideata dal senese Priamo della Quercia che riesce a combinare armoniosamente architettura, pittura e scultura.
Nella sala successiva troviamo il passaggio all’arte rinascimentale, con opere che testimoniano gli stretti rapporti della città di Lucca con l’ambiente artistico fiorentino: di spicco sono infatti le due terracotte attribuite alla bottega di Donatello raffiguranti la Madonna col Bambino.
Dal Rinascimento alla Controriforma
Proseguendo il percorso espositivo, troviamo le bellissime cinque ante lignee di bancone provenienti dalla sagrestia della Cattedrale di San Martino a Lucca, realizzate nella seconda metà del Quattrocento da Cristoforo Canozzi da Lendinara e proseguendo, diverse opere del maggiore artista lucchese del tempo, Matteo Civitali.
La sequenza della visita al primo piano del Museo si conclude con le splendide tarsíe lignee di Ambrogio Pucci e i solidi scranni intagliati provenienti dalla Cappella di Palazzo degli Anziani di Lucca, cui fanno da sfondo le tre tele di Giorgio Vasari realizzate nel 1543 e provenienti dalla chiesa di San Pier Cígoli o del Carmine.
Il museo continua al piano terreno con opere del periodo della Controriforma, con le grandi pale d’altare realizzate a partire dalla seconda metà del Cinquecento dai numerosi artisti forestieri quali il Passignano e Federico Zuccari, oltre a una tela con Il battesimo di Cristo di Jacopo Ligozzi e il grande trittico manierista di Giorgio Vasari.

Dalla Controriforma al Neoclassicismo
L’ultimo tratto del percorso museale ha come protagonisti le opere barocche di due importanti forestieri attivi in città, Giovanni Lanfranco e Guido Reni ai quali si affiancano opere del maggior esponente della pittura ‘caravaggesca’ a Lucca, Pietro Paolini.
L’ultima sala del Museo accoglie i dipinti di Pompeo Batoni, il più celebrato pittore italiano della seconda metà del secolo XVIII, creando il filo di congiunzione tra le collezioni di Villa Guinigi e quelle di Palazzo Mansi dove, nelle sale al secondo piano, si riprende il filo cronologico dell’arte a Lucca proprio a cominciare da Batoni.

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